Ho scoperto il progetto Specialty PaL grazie a un live Instagram fatto da Valentina Palage. Sarà stato il modo interessante e diretto di raccontare il caffè o l’accento familiare (entrambi proveniamo da zone geografiche molto vicine) ma sono stato incuriosito e ho deciso di contattarla e scoprire più dettagli sul loro progetto. Utilizzo il plurale perché dietro il progetto Specialty PaL ci sono Valentina e Luca. Si occupano di comunicazione a tutto tondo e uno dei loro tratti distintivi sono le immagini, che come vedrete in questo post, sono veramente di ottimo livello. Nella chiacchierata con Valentina è emerso un elemento molto importante, come il caffè viene bevuto, percepito e raccontato in altre parti del modo. Buona lettura!
Ciao Valentina, come siete arrivati nel mondo del caffè?
Assolutamente per caso: io ho iniziato a lavorare per un’azienda di caffè nel 2014 e lì ho scoperto il mondo della qualità ed è scoccata la scintilla. Luca ha semplicemente seguito la mia passione, ma la sua vera rimane la fotografia.

Il vostro racconto ha un taglio molto internazionale? Ci puoi spiegare il perché?
Perché inizialmente appena abbiamo cominciato a raccontare il caffè su Instagram la nostra comunicazione era molto internazionale: brevi – brevissimi – testi in inglese, immagini “nerd” di un mondo completamente nuovo ai nostri occhi ma familiare già a chi non vive in Italia.
Poi col tempo, ho capito che per farmi comprendere dagli italiani dovevo iniziare a raccontare in modo semplice ció che mi piaceva del caffè. Sono diventata una “raccontatrice” dando vita ai #coffeepipponi, riflessioni riguardo non solo il caffè, ma anche delle persone che ci sono dietro.

Rispetto al Canada e al nord Europa, cosa manca in Italia?
Diciamo che noi Italiani veniamo da una tradizione del caffè molto consolidata e autoctona. Forse a mio avviso ci manca quella curiosità per il prodotto, perché pensiamo di sapere tutto.
Un’altra cosa che manca, a mio parere, è collaborare di più tutti insieme . Ma comunque abbiamo fatto passi da gigante rispetto al passato, anche perché il mondo specialty italiano sta diventando sempre più grande.
Ci racconti il progetto Specialty PaL?
Specialty PaL è nato con la missione di diffondere la cultura del caffè di qualità in Italia e pian piano è diventato un vero e proprio progetto di comunicazione. Puntiamo sulla freschezza e la spontaneità – infatti non nascondo le mie origini pugliesi, anzi, mi piace enfatizzarle. Il nostro nome riprende il termine “Specialty” dallo “Specialty Coffee” , mentre PaL si riferisce al termine inglese “amico” e alle prime tre lettere del mio cognome (Palange)

Come cambierà (se cambierà) il consumo del caffè in Italia nei prossimi anni?
Sicuramente la Pandemia ha cambiato lo stile di vita di molti. In tante case si è tornati a fare la moka e a dedicare più tempo al caffè e a se stessi. Quindi spero che il consumo sia nettamente più sostenibile, la moka come ben sappiamo lo è.
Ci racconti la tua moka perfetta?
La mia moka perfetta è quella che mi preparo tutte le mattine ad occhi chiusi quindi senza impegnarmi più di tanto, ma allo stesso tempo è la più importante perché è quella del buongiorno.
Seguo pochi step per renderla perfetta al mio palato:
- acqua filtrata fino alla valvola
- caffè nel filtro ad imbuto non troppo pieno e rigorosamente livellato (no montagne nè pressioni)
- coperchio in su una volta messa sul fuoco
- levarla prima che gorgogli
- mescolare il caffè con il cucchiaino prima di versarlo nelle tazzine.


