Ormai è da più di un mese che ho portato la mia moka elettrica in ufficio ed è tempo di riflessioni. Dopo un primo effetto stupore in molti si sono abituati all’idea che oltre alle capsule nespresso e il distributore di caffè che solitamente si trova negli uffici (quello con la classica chiavetta per intenderci) ci sia un terzo modo per fare una tazza di caffè la moka.
L’attenzione di chi ho invitato a bere il caffè si è focalizzata su due aspetti, o meglio due sensi. L’olfatto e l’udito. La cosa che più ha attirato l’attenzione è stato il profumo e il borbottio della caffettiera. Ci ho pensato un pò su questo aspetto e la cosa ha una spiegazione abbastanza logica. Questi due sensi hanno richiamato una situazione domestica che contrasta con quella lavorativa che quotidianamente ci troviamo a vivere. Da questo contrasto è nato lo stupore. La cosa è diventata ancora più interessante quando ho portato il mio macinacaffè a mano il profumo che ha sprigionato il caffè appena macinato ha impressionato tutti.
Dopo la classica preparazione della caffettiera, con acqua, caffè appena macinato e qualche minuto di attesa il risultato è stato molto buono.
Fare un buon caffè in ufficio non è stato difficile e ci ha aiutato a scaricare le tensioni legate al lavoro.
Che dire, forse la moka potrebbe essere un utile strumento di team building aziendale!! L’attesta per l’uscita del caffè è il tempo giusto per scambiare quattro chiacchiere con i colleghi, ma anche il lasso di tempo per approfondire aspetti del proprio lavoro in piana tranquillità. Girare il macinino da un senso di rilassatezza ed evasione dalle mure lavorative che aiuta a superare momenti di nervosismo. Diciamola tutta, anche lavare la caffettiera dopo averla usa è un modo per far riposare il cervello.