Anche se questo blog parla di moka, sarebbe impensabile non occuparsi di un passaggio storico che dovrebbe interessare nelle prossime settimane tutte le persone che consumano caffè al bar. Il prezzo della tazzina dovrebbe variare andando dall’euro attuale a 1,20 – 1,50 €.
Ho parlato di avvenimento storico perché il costo del caffè, come quello del pane e altri beni simili sono una sorta di indice del costo della vita, se questi aumentano di conseguenza anche altri prodotti potrebbero aumentare.
Ma partiamo dall’inizio, sono già alcuni mesi che si parla di siccità e gelate che hanno messo ko il raccolto di arabica in Brasile, facendo schizzare i prezzi. Quindi a livello mondiale si registra una diminuzione di sacchi di caffè verde che si tramuta necessariamente in un aumento del prezzo della materia prima. Questa variazione fa naturalmente lievitare i costi di tutta la filiera, cioè tutti quei passaggi intermedi di lavorazione che arrivano fino al caffè venduto nella tazzina del bar.
Secondo la Fipe da inizio anno il prezzo delle miscele è cresciuto del 20%. Secondo gli analisti di Fitch Solutions e di Intesa Sanpaolo non sarà nemmeno l’ultima, visto che la filiera del caffè globale è in piena fibrillazione: un anno fa il chicco verde costava un dollaro per libbra oggi ne vale il doppio.
Per scrivere questo post ho deciso di sentire l’autorevole parere di alcuni professionisti del mondo del caffè che sicuramente hanno, su questa situazione, un punto di vista privilegiato.
Stefano Mirimich – Brand Ambassador Daroma spa
In Italia il costo del caffè rispetto ad altri paesi europei è tra i più bassi. Da noi spesso il caffè viene bevuto al bar in modo molto veloce e questo fa si che non si crea una vera e propria consapevolezza di quello che si sta bevendo. Non viene percepita la qualità della materia prima e la natura del prodotto agricolo, spesso non facciamo caso al fatto che il caffè è il frutto di una filiera di produzione molto lunga che comprende coltivatori e braccianti, il trasporto e la logistica i torrefattori e infine il barista. Tutti passaggi il più delle volte sconosciuti ai consumatori, è importante quindi che l’aumento del costo del caffè non sia fatto passare come una maggiorazione dovuta al solo Covid ma, deve essere associato ad una crescita di maggior consapevolezza del processo di produzione e ai relativi costi che ci sono dietro.
Nel post pandemia dovremo essere bravi a cogliere l’opportunità di mostrare ai clienti diversi tipi di miscele o singole origini puntando sulla qualità e sul risultato che si vuole ottenere in tazza. Dovremmo cercare di far capire l’importanza del servizio al bar e di come questo, se fatto bene, ha un suo costo/valore. Sarà poi fondamentale che su questi aspetti venga fatta una opportuna informazione e che parallelamente ci sia una maggiore formazione degli addetti ai lavori. In sintesi, la speranza è che l’aumento del costo del caffè venga associato a un aumento della qualità e alla maggiore consapevolezza del prodotto, sia da parte dei consumatori che da parte degli addetti ai lavori.
Emanuele Bernabei – PicaPau Roastery
L’aumento del costo del caffè è legato all’innalzamento del costo della materia prima in origine, che oscilla tra il 30% e il 70% in più. Probabilmente sia per il torrefattore che per il barista ci sarà un importante spartiacque perché chi ha paura di perdere clienti, con l’aumento dei prezzi farà approvvigionamenti di caffè a una qualità ancora più bassa, mentre chi vorrà mantenere alta l’asticella del prodotto servito in tazzina sarà costretto ad aumentare i prezzi. E questo avverrà perché già oggi per una caffetteria i margini di guadagno sono bassi, sia perché il ricarico sulla materia prima è ai minimi storici, ma anche e soprattutto perché le spese di gestione del locale tra: costi del personale, utenze e gestione generale, sono molto alte.
Io credo che questo aumento sarà l’evento scatenante di un prima e un dopo nel mondo del caffè, sono anni che chi offre un prodotto di qualità maggiore ha paura di alzare i prezzi, quello che sta per accadere darà finalmente la possibilità di farlo. Non ci sono strade alternative, siamo arrivati al punto in cui o si alza il prezzo della tazzina o si abbassa la proposta qualitativa.
L’unico mio auspicio e che l’aumento dei prezzi venga fatto con buon senso, specie da chi oggi propone già un’offerta differenziata di qualità superiore alla media.
Andrea Panizzardi – Alternative Coffee Panizza
Sono dell’idea che aumentando il prezzo dell’espresso servito nei bar anche di pochi centesimi non vada ad influire molto sul consumatore finale ma permette al barista di poter pagare un caffè qualcosa in più e quindi scegliere un prodotto con una qualità in origine maggiore, così come in origine i contadini ricevendo un maggiore profitto possono concentrare i loro sforzi fisici e mentali sulla produzione e selezione dei migliori chicchi del nostro amato caffè.
Inoltre, per mia esperienza personale, un espresso al banco somministrato ad €1,20 rende il cliente più attento a ciò che beve e a come viene prodotto e servito; un piccolo aumento (doveroso visti gli attuali rincari di materie prime e di consumo) tende a far uscire l’espresso dalla lista dei prodotti che dobbiamo consumare per forza per poterci svegliare e lo pone in un gradino un po’ più alto, l’espresso inizierà ad essere visto come un prodotto da scegliere e non da “prendere”.
Angelo Segoni
Prevedere l’impatto che avrà l’aumento della tazzina di caffè al bar è estremamente difficile. Ad esempio, ragionando su una singola caffetteria, se in fase iniziale il prezzo aumenterà considerevolmente, sicuramente ci sarà una diminuzione di fatturato, e questo dipenderà da una serie di fattori, non ultimo la reazione dei consumatori che potrebbero sentirsi traditi o infastiditi da l’aumento del prezzo del caffè. Questa è una situazione che in passato si è già verificata, anche rispetto a piccoli aumenti di prezzo. Inizialmente il numero di caffè venduti è diminuito per poi pian piano tornare alla normalità.
Credo, purtroppo, che non ci sarà un innalzamento della qualità. È difficile pensare che chi già oggi vende un prodotto scadente con l’aumento dei prezzi possa migliorare la sua offerta, di contro però posso immaginare che altri fattori come: il servizio e la bravura/simpatia di chi serve al banco, in alcuni casi potranno rivelarsi carte vincenti. La maggiore selezione da parte del cliente è auspicabile, ma è un processo molto lento perché il numero dei bar che attualmente puntano su una qualità medio alta è ancora esiguo, però iniziano a tracciare una strada. E’ un inizio e qualcosa pian piano si sta mettendo in moto.
Conclusioni
Per cercare d’immaginare i futuri scenari legati all’aumento del costo del caffè, ho scelto quattro professionisti che oltre ad avere un’altissima conoscenza del prodotto vivono in zone geografiche molto diverse tra loro. Sud, centro e nord Italia. Per alcuni di loro l’aumento del prezzo del caffè sarà un’opportunità, per altri la scintilla che può innescare un processo di trasformazione molto lento.
Da tutti però emerge la stessa impressione, il modo di consumare il caffè in Italia pian piano sta cambiando, e due sono gli elementi che avranno peso, la formazione e l’informazione. Serviranno addetti ai lavori sempre più formati, e informazioni corrette e puntuali verso i consumatori.