Scritto da Andrea Minessi
Nel corso degli ultimi decenni la caffettiera, soprattutto quella ispirata al funzionamento della moka di Alfonso Bialetti, è stata oggetto di grandi attenzioni e ambizioni progettuali di designer, architetti e ingegneri.
La ricerca che si è evoluta attorno a questo oggetto, nato per la quotidianità ma talvolta divenuto un prodotto elitario, ha seguito due filoni che si sono mossi sia autonomamente che intrecciandosi: la ricerca tecnologica e funzionale e la ricerca puramente estetica. In questo breve articolo, focalizzando l’attenzione sulla ricerca puramente estetica, parliamo di una delle componenti della caffettiera, il manico, che spesso più crea problemi ai progettisti. Il corpo principale della caffettiera composto dalla caldaia, dal raccoglitore e dal coperchio, viene spesso ideato con una continuità di linee e volumi nei quali l’appendice del manico molto spesso è un “problema”. C’è chi ha provato ad integrare il manico per materiali e linee al resto del manufatto, chi lo ha evidenziato e reso elemento caratteristico e chi, come vedremo nelle righe seguenti, ha approntato soluzioni alternative per impugnare la caffettiera senza l’ausilio di “corpi sporgenti”.
In quest’ultimo filone di ricerca si inquadrano due caffettiere: Koncord e Lunika 360.
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La Koncord nasce nel 1980 nelle spumeggianti officine della VEV, marchio per anni molto attivo nella ricerca e capace di produrre caffettiere iconiche. Nell’ideare questa originale caffettiera Walter Capp porta all’estremo l’idea con la quale, da poco, Goffredo Reggiani aveva creato la caffettiera Manhattan, sempre a marchio Vev. Sono ripresi pedissequamente, fors’anche per una ragione di economicità produttiva, la caldaia e il raccoglitore: la prima è un’pulito volume cilindrico in acciaio inox coronato da un profilo superiore a quarto di circonferenza, il secondo è sempre un volume cilindrico in acciaio ma dalla sezione notevolmente ridotta, rispetto alla caldaia, ed esageratamente slanciato verso l’alto.
Al posto del vistoso e spigoloso manico in plastica nera e lucida disegnato da reggiani Walter Capp immagina una struttura, sempre in materiale plastico, composta da anelli a sezione quadrata equidistanti. Questa struttura ricopre quasi completamente lo snello raccoglitore del caffè e consente di afferrarlo direttamente. Da un punto di vista meramente estetico l’intervento di Capp conferisce alla sua caffettiera una plasticità marcata e quasi architettonico/scultorea.
Un concetto molto simile a quello della Koncord, e cioè di un rivestimento termo-isolante che renda il raccoglitore del caffè “impugnabile”, è alla base anche della concezione di Lunika 360 disegnata da Francesco Fusillo per Fi.Mi.. In produzione dal 2010 questa caffettiera, declinata in due diversi colori, presenta una composizione essenziale, neo minimalista. La caldaia, leggermente svasata e a base stondata, riprende una tipologia ampiamente in voga nel design delle caffettiere in acciaio realizzate nell’ultimo ventennio del XX secolo. Il raccoglitore del caffè è un volume cilindrico ben proporzionato la purezza del quale è accentuata dal sottile coperchio con pomolo sempre cilindrico. Il rivestimento, secondo una sensibilità contemporanea, è costituito da un cilindro in legno di frassino dal quale emerge unicamente il beccuccio anch’esso dalle linee pulite e semplici. In conclusione un oggetto discretamente comodo da usare ma decisamente bello da vedere, capace di completare un contemporaneo arredamento rimando sempre esposto in bella vista.