Di recente ho visto sulla bacheca LinkedIn di Florian Seidl, che dal 2015 guida il Team Lavazza Design e protagonista di un post qui su PerfectMoka qualche tempo fa, il racconto della presentazione di un nuovo libro: “Lavazza Design People. 1996 / 2020“.
Grazie alla gentilezza di Florian questo libro dopo pochi giorni è arrivato qui a casa mia ed è stata una buona opportunità per conoscere ancora meglio il rapporto che in tutti questi anni c’è stato tra lo storico brand torinese e gli importanti professionisti che con lui hanno collaborato.
Quello che mi ha entusiasmato di questa pubblicazione è l’aver messo insieme due assi portanti di questo blog, il caffè e il design, il volume infatti documenta la storia delle collaborazioni tra il marchio torinese e le personalità del mondo della progettazione che hanno dato vita al brand che oggi tutti conosciamo.
La voce che guida il lettore in questa avventura creativa è quella di Virginio Briatore, filosofo del design e osservatore dei linguaggi contemporanei.
Ho già parlato del legame tra Lavazza e il design quando vi ho raccontato la storia di Carmencita e della sua erede Carmencita Pro, questo legame è presente sin dagli albori del marchio ed è cresciuto durante gli anni ‘50 e ‘60 del Novecento e ha poi ritrovato vigore a partire dal 1996.
Leggendo il libro, una frase mi ha colpito e fatto riflettere sulla sensibilità che Lavazza ha avuto nel promuove questo progetto è quella di Virginio Briatore : “Prima vengono i designer. I prodotti vengono dopo. Che se ne sia più o meno consapevoli una significativa parte del patrimonio storico, immateriale e reputazionale di un’azienda consiste nella qualità e nella varietà dei designer con cui l’azienda ha lavorato. Il libro racconta le variegate storie di una quarantina di persone che in questo inizio secolo hanno collaborato con un’azienda ricettiva e curiosa, generosa e affidabile.”
Capitolo altrettanto affascinante è l’indagine sull’Interior Design, pagine che offrono al lettore un’immersione
nell’immaginario del brand e nella sua identità visiva, caratterizzata da pulizia, innovazione, sostenibilità, elementi
scaldati da una miscela di calore umano e creatività che dona una personalità unica e inconfondibile agli ambienti
Lavazza.
Infine, grande attenzione è dedicata alle macchine per il caffè, nelle quali il lavoro sull’oggetto si può apprezzare
appieno attraverso il focus sui dettagli progettuali, sullo studio delle forme e la cura dedicata allo sviluppo di strumenti che offrono un’esperienza di consumo eccellente unita a un’estetica che incarna i concetti di funzionalità, ottimismo, italianità, bellezza.
Conclusioni
Questa pubblicazione può essere letta su vari livelli, io ho scelto quello di un brand che parla di se attraverso i professionisti con cui negli anni ha collaborato. Per alcuni potrà sembrare qualcosa di scontato o di poco valore, ma io ci vedo il coraggio e una scelta di posizione estremamente forte.
Per anteporre le immagini dei propri prodotti alle facce di coloro che li hanno creati ci vuole sicurezza e una forte fiducia nei confronti dei propri collaboratori. Ce ne vorrebbero sempre più di aziende così!